Moccia e l’onestà intellettuale

25 06 2008

Ho letto di recente “Scusa ma ti chiamo amore” opera stravenduta di Federico Moccia, approdata anche al cinema. La storia richiama quella del film “Segni particolari bellissimo” (1983): una giovanissima Federica Moro cerca di conquistare il rubacuori non certo bellissimo Adriano Celentano. 20 anni di differenza, lo stesso divario che divide Alex e Niky. Che dire? Il papà dello scrittore gli ha dato il soggetto, il cui tema è tuttaltro che originale (e allora, perché tante polemiche?). Ma passiamo al libro: una storia godibile e leggera, ricca di trovate che richiamano il cinema e a tratti divertente, con qualche spunto originale. Ma… le adolescenti sono tutte così? Le Onde sembrano le tipiche protagoniste degli anime: entusiaste, allegre, senza problemi. E poi: tutte alte, belle, sportive, intelligenti. Ok le pazzie degli adolescenti e l’entusiamo. Ma… dove sono i problemi dell’età? Non che tutti siano tipo Werther, ma nemmeno che tutti siano spensierati, in un’età che è tra le più difficili. Insomma: ci sono i complessi dell’età, c’è lo sfigato del gruppo. Qua, invece, tutti spavaldi, splendidi. Qualche insicurezza (la paura d’amare di Olly). Si può obiettare: Moccia ha voluto creare un mondo parallelo, una sorta di favola. E fin qua, ok. Poi arriva l’autore che dichiara di rappresentare la gioventù. Qua la realtà è quella dei luoghi romani. Il resto non è così reale, né così credibile come afferma lo scrittore. Possibile che la maggior parte dei i personaggi facciano una citazione letteraria o cinematografica? E poi: Niky compie 18 anni a maggio ed è all’ultimo anno di liceo. Errore: se è all’ultimo anno, dovrebbe compierne 19, età in cui si comincia l’Università. Oppure dovrebbe essere ancora al quarto anno. A meno che non avesse cominciato la prima elementare a 5 anni, un anno prima (e qua, va bene, si può soprassedere). Tutto per mettere in evidenza il fatto che lui va con una minorenne e per fare scalpore.
A parte qualche errore ritrovato, quello che irrita è la mancanza di onestà intellettuale dell’autore. Puoi dire che rappresenti i giovani se è davvero così. In verità i suoi romanzi rappresentano realtà e personaggi stereotipati. Se Moccia dicesse “creo le storie che vorrebbero sentirsi raccontare le persone, per evasione, per far sognare, per vendere così a colpo sicuro milioni di copie, allora sarebbe onesto e accetterei le sue dichiarazioni”. Ma quello che non si può accettare è la dichiarazione che manca di obiettività e onestà intellettuale. Cioè il non dare alle proprie opere il valore che hanno, dichiarando il falso.
Il libro? Da leggere se si vuole evadere, sognare e se si vuole qualcosa di leggero.

Roberta DeTomi


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16 responses

27 06 2008
andyfante

il prossimo libro di Moccia dovrebbe intitolarsi “sei piedi sotto”…

1 07 2008
Massimo

Anch’io avevo pensato a qualcosa del genere: “Sei metri sotto terra”, storia di un pensionato che per mantenere la badante moldava e pagarsi il viagra importuna i coetanei e li riempie di angherie.

2 07 2008
Occhi di gatto

Io lo chiamerei a questo punto “Sei mila euro sotto il conto corrente”, ovvero della recita di moldave, russe & co, false vittime del maschilismo. Oppure, ovvero della crisi dei single, affamati di est, italiani.

3 07 2008
patrizia angelozzi

Che dire dell’onestà di federico moccia?
in verità ed in tutta onestà preferisco il silenzio.
dentro il silenzio
annuso l’alba
dietro il silenzio
l’alito del mattino
accanto al silenzio
il voler ascoltare
di silenzio
è l’attenzione
dei sensi e del cuore
silenziosa è l’emozione
violento silenzio
ha la morte
inaspettato silenzio
ha l’amore.

Preferisco il silenzio a federico moccia.
sorry.

8 07 2008
Massimo

Un suo libro non l’ho mai nemmeno sfogliato, le mie sono considerazioni faziose, capziose e forse pure oziose in netto contrasto con la liberalità di pensiero che contraddistingue la mia personcina. Per Moccia, però, sono disposto a fare un’eccezione. Quindi sì, meglio un buon disco, l’opera omnia di Carl Barks o, in assenza di altro, il silenzio. Ciao, Patrizia.

14 07 2008
andyfante

e se andassimo tutti insieme a Roma a mettere un lucchetto…
no perchè quando sono stato a Roma non c’era ancora il lampione…

15 07 2008
Occhi di gatto

Di lucchetti bisognerebbe metterne e non solo attorno ai lampioni… non pensate a scurrilità o a quant’altro, però un lucchetto per chiudere certe situazioni ci vorrebbe… ma anche un lucchetto che andrebbe tolto, laddove si cerca di nascondere verità scomode o nascoste. E lucchetti da togliere dal portone della creatività, per spalancare nuovi e infiniti mondi, per permettere alla parola vera, pulita, poetica, letteraria di irrompere nel nostro leggero, banale, mondo (perchè vuole esserlo)…

15 07 2008
laconfraternitadelluva

Che dire del “nostro” AMICISSIMO Federico “l’olandese in mutande”… che è un grande. Sì, avete capito benissimo: è un GRANDE. Perchè non tutti riescono a vendere migliaia di copie con romanzi pieni di ovvietà e melenso romanticismo da “RiminiRimini”… lui fa il suo dovere… siamo noi che sbagliamo comprando ciò che scrive.

Il prossimo libro del Federico? Sarà sicuramente “Scusa ma ti chiamo Bamboccione” 🙂

Luke Fante

16 07 2008
Massimo

Allen Ginsberg si raccomandava di togliere le porte dai cardini, oltre che le serrature dalle porte… ma i tempi sono cambiati: in letteratura come in musica, oggi persino la trasgressione è rassicurante e omologata. Non è passato molto tempo da allora, giusto pochi decenni… e noi siam qui a giocare coi lucchetti. Bah.

16 07 2008
Occhi di gatto

Togliere i lucchetti per spalancare la porta su una nuova dimensione: non omologante, non finto-trasgressivo (quel finto-trasgressivo che puzza di falsa opposizione a un certo perbenismo che continua a perpetuarsi)
Morte dell’arte e nichilismo… Non voglio dire amen!
Voglio dire di sganciare i lucchetti!

16 07 2008
Massimo

Quello che dici è vero, nemmeno io ho perso tutte le speranze. Certo, fin quando Moretti gioca al carriolino con la Ferrari e tutti corrono al cinema gridando alla “trasgressione” c’è poco da essere ottimisti. Voglio dire, quelli mica si sono inventati nulla di nuovo, no? I media sembrano trattarci come dei bambocci, a volte. Come se non avessimo alcuna capacità di analisi e critica. Ci propinano la Melissa di turno e… cosa pensano, che ci siamo scordati di Henry Miller e Anais Nin? L’unica vera trasgressione che ci è consentita, per come la vedo io, è quella di tapparci le orecchie ed essere noi stessi. E, nei momenti di sconforto, riguardarci “Arizona Dream” di Kusturica. Quello con Jerry Lewis. E Johnny Depp.

16 07 2008
Occhi di gatto

Essere se stessi, come dici tu, è davvero la più grossa delle trasgressioni, specie perché è davvero così difficile. Ma come fare con questi mass-media che appiattiscono tutto e creano falsi miti? Essendo nell’ambito mi accorgo di quanto sia manipolata e manipolabile questa stessa informazione. Manipolabili anche i fenomeni, mentre un’amica crede che il talento sia la chiave del successo per tutti. In molti casi è una questione di marketing e di… informazione deformata!
Piuttosto: alcuni tizi in più occasioni mi chiamavano per farmi scrivere l’articolo come volevano loro. Io mi sono rifiutato… No comm…
Per questo amo scrivere dei problemi della gente e dell’attualitò: per dare voce a qualcosa che, spero, sia autentico. odio la cronaca nera!!

16 07 2008
Massimo

Quello dell’informazione non è un mondo facile. Potrei sbagliarmi, ma ho l’impressione che i media tradizionali stiano sempre a caccia di fenomeni con cui tenerci occupata la testa e alimentare le proprie strutture. Per carità, esistono anche ottimi giornalisti… ma a molti interessa chiudere il pezzo e portare a casa la pagnotta. Questo spiegherebbe la presenza di innumerevoli refusi negli articoli, la scarsa documentazione a corredo, il sensazionalismo dei titoli.
La volontà di dar voce ai problemi comuni in modo sincero, purtroppo, è cosa rara. Ti alzi una mattina e ti rendi conto che le nostre strade sono invase da ubriaconi che guidano come pazzi. Vivi la tua vita (che altro potresti fare?) e alla fine riesci a tirar sera, ma non fai in tempo a tirare un sospiro di sollievo per esser riuscito a portare a casa la pellaccia che, accesa la tele, scopri che è solo perché nel frattempo sono diventati tutti pedofili. Satanisti. Ecumenisti. Socialisti. Matricidi. Infanticidi. Bah.
L’alternativa è il web. La famosa comunicazione dal basso. Ci si trovano cose molto interessanti, a sapersi guardare intorno.

17 07 2008
Occhi di gatto

Concordo pienamente con te… Bello scoprire curiosità nascoste nella rete dei facili sensazionalismi e nella polemica a tutti i costi…

17 07 2008
andyfante

beh quello dei media è un mondo che non finisce mai di stupirmi. Visto che parli di alzarsi la mattina Max, io mi diverto sempre ad ascoltare le notizie mattutine, è un vero spasso, non capisco se certi giornalisti le sparano grosse perchè si sono appena svegliati o cosa. Spero che Sara e Roberta non mi guardino di traverso. Cmq la scorsa settimana – forse la notizia l’avete sentita – accendo la televisione e sento che parlano del riscaldamento del pianeta facendo riferimento ad un particolare evento come se fosse successo un cataclisma irreparabile parlandone anche con tono drammatico. E’ successo che il fronte del ghiacciaio argentino del Perito Moreno è crollato. Ora una persona che non conosce questo fenomeno può pensare “oddio cosa sta succedendo, si sciolgono i ghiacci, chissà che fine faremo”. Ebbene io quel ghiacciaio l’ho visto con i miei occhi a Gennaio, l’ho praticamente toccato. Non hanno detto però che dal 1917, cioè da quando il ghiacciaio è tenuto sotto controllo con telecamere, controlli e sensori vari il fenomeno si è ripetuto una ventina di volte circa, ma non è che sia crollato il ghiacciaio com’è sembrato dalla notizia. Immaginate una lingua di ghiaccio che si espande, quindi che avanza, – perchè stiamo parlando di un ghiacciao, forse l’unico, in crescita – il suo fronte di avanzamento è giunto in una vallata dove c’è un grosso lago a forma di U. La curva della U è il punto dove ghiaccio e acqua si incontrano. Più il ghiaccio avanza, più la pressione dell’acqua sale, e muovendosi il ghiaccio, facendo attrito col terreno è normale che si crepi e che crolli, soprattutto in estate. Capita così che il ghiaccio riesca a coprire totalmente l’acqua della pancia della U andando a toccare la costa opposta del lago. A questo punto la corrente dell’acqua crea un tunnel sotterraneo che continua ad allargarsi sino a causare il crollo dell’intero fronte. Tutto questo sproloquio per farvi capire cosa ci propinano certe volte al tg.

La stessa mattina cambio canale: Rainews24. Un giornalista da una notizia politica… ad un certo punto inizia a criticare il comportamento del governo e a dire il suo pensiero. Ma scusa!!! Anche se puoi avere ragione nel muovere la critica, tu sei lì per dare una notizia. Il tipo era convintissimo, aveva addosso una rabbia tale che sono rimasto a bocca aperta.

18 07 2008
Occhi di gatto

Ormai io non ho più la forza di stupirmi, e la maggior parte dei miei “colleghi” (faccio un discorso generico) cercano il sensazionalismo. Non a caso all’estero siamo oggetto di dileggio perché cerchiamo il gossip a tutti i costi oppure siamo organi per diffondere idee politiche. Insomma, siamo una categoria “out”. Ma del resto, come si fa ad affrancarsi, quando il 70% (la butto lì) della stampa appartiene a un certo signore che conosciamo anche troppo bene? La demagogia mass-mediatica ormai è fatta. E allora io mi butto a parlare di giovani, di sociale, di fenomeni sociali che affondano le loro radici, a mio parere, nel disagio, nel precariato, nella voglia di inseguire sogni – non così utopici! – che la nostra società di raccomandati e di “vecchi” si diverte ad infrangere. E che dire della verità detta a metà! Ha ragione Fabri Fibra a parlare di “Italia delle mezze verità”. E vabbé, ormai non mi stupisco della mancanza di professionalità di un giornlista che fa critiche taglienti come rasoi, indossando il camice dell’opinionista (ma quanto male fa, l’opinionismo? E chissenefrega di cosa ne pensa lui, per quanto intelligente possa essere?). Anche se il giornalismo alla Pulitzer bisognerebbe riprenderlo…

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