Il rumore degli occhi: un reading musicale approda a San Possidonio

2 11 2010

Un pianoforte. Luci che si accendono. Ed ecco che sulla scena sfilano i piccoli protagonisti de Il rumore degli occhi. I bambini cui gli adulti-bau bau vogliono rubare l’infanzia. Gli angeli cui niente e nessuno potrà mai strappare le ali, grazie alle quali possono volare verso cieli che noi adulti non possiamo nemmeno immaginare.
Le vicende narrate nell’antologia prenderanno corpo e anima sul palco del Teatro Varini, sabato 13 novembre, dalle ore 21, a San Possidonio (Modena).
Emily Pigozzi leggerà frammenti scelti dei nove racconti che compongono il volume. Brani che saranno legati tra loro da azioni, creando una vera e propria partitura scenica, cui si intrecciano le musiche composte ed eseguite da Ingrid Baraldi, che sta dando e darà un prezioso contributo creativo alla realizzazione del reading.
Un evento che nasce per emozionare,
per sensibilizzare i lettori e gli spettatori su temi crudi, fornendo uno spunto di riflessione sul versante dei diritti dei più piccoli, a essere amati, protetti e rispettati. Un invito a non apporre con violenza un’impronta sul candore di neve dei loro piccoli cuori. E magari, spruzzando la polvere di Trilly, l’auspicio a ritrovare ciò che di infantile c’è dentro di noi, per vedere lati dimenticati o obnubilati della vita.
La magia, la fantasia, le piccole cose, che fanno sorridere e sognare.

Roberta D.T.





Il rumore degli occhi “on the road”

16 10 2010

“Il rumore degli occhi” on the road: continuano le presentazioni dell’antologia di racconti de La confraternita dell’uva. Un progetto letterario nato dall’idea di Luca Artioli e volto a sensibilizzare i lettori su argomenti troppo spesso considerati tabù. Domenica 5 settembre, nell’ambito della festa dell’editoria indipendente (presso)Festa del Pd di Modena, il libro è stato presentato al pubblico, che ha mostrato molta curiosità verso l’iniziativa. A fare da corollario alla presentazione, altri editori e autori indipendenti, con cui si sono creati interessanti confronti.
In un contesto di stagnazione culturale e di editori in cerca soprattutto di libri sostanzialmente improntati sul connubio sesso-amore-adolescenza-disagio, in uno schema ormai ritrito, il messaggio è chiaro: dare spazio anche al vero impegno, oltre le morbosità propinate a dismisura e che fanno leva su istinti e sulla sola emotività, cercando di scuotere un pubblico sostanzialmente radio-telecomandato e passivo (che crede di essere attivo).
Ringraziamo Mumble, la rivista di cultura giovanile modenese che ha organizzato l’evento e che ci ha dato l’opportunità di parlare di infanzia difficile.
E intanto si sta definendo la data per il reading de Il rumore degli occhi: a San Possidonio (Modena), nell’ambito di una rassegna letteraria promossa dall’Assessorato alla Cultura. Un vero e proprio spettacolo, dove verranno letti nuovi stralci tratti dai vari racconti.

Io al banco allestito durante Indidee, presso la Festa de Pd di modena





Bruno Garilli

16 04 2010

Altre parole non ne vengono, per cominciare, se non il suo nome. Bruno Garilli. Che se ne è andato oggi, portandosi via il suo spirito inquieto e sognatore.

Un attore e un regista di immenso talento, l’uomo per il quale nel teatro non c’erano mezze vie, mezze misure: se eri bravo, se avevi la stoffa, potevi recitare. Altrimenti, meglio fare altro. Niente compromessi, perchè il teatro era sacro. Niente compromessi mai, nemmeno quando, negli anni ’50 e ’60, ebbe più volte l’occasione di divenire celebre: prima la richiesta di un giovane e scanzonato Mastroianni, che voleva lo seguisse a Roma, poi gli inviti dello Stabile di Trieste, poi gli spettacoli per la Rai e i ruoli nel cinema, collaborando con artisti come Eleonora Rossi Drago e Florestano Vancini. Ma Mantova era la sua terra: con la sua officina ereditata dal padre e quel teatro Minimo che aveva il suo volto, il suo cuore e le sue mani, quel teatro dove portare in scena lavori spesso all’avanguardia, unico in Italia ad affrontare testi e correnti letterarie più consone al sofisticato ambiente culturale di una metropoli che alla piccola provincia. E qui, spesso, ancora l’attenzione dei grandi quotidiani, a portarlo vicino ad una possibile ribalta: ma non è la fama ciò che serve ad un attore, ad un attore serve il cuore, e poi la tecnica, e tanto talento. E il sacrificio, perchè bisogna volerlo, esserne disposti, e non dimenticarlo mai. Artista dentro, mai per posa, con il cuore volante tra dipinti e copioni, con i capelli bianchi e una fotografia nella valigetta: quella di un giovane bellissimo, dall’aria spavalda, vestito da marinaio sotto le luci di un palcoscenico.

Quelle che oggi non si sono spente, perchè i mille volti e i mille ruoli di Bruno Garilli sono parte di molti di noi, insieme ai suoi moniti, all’aria burbera, all’occhio scrutatore da sopra l’immancabile dolcevita nero.

Andrà in scena tra pochi giorni l’ultimo spettacolo con la sua regia. “Resistenza, uomini e donne nella bufera” tratto dal lavoro di Gilberto Cavicchioli e patrocinato dal Comune di Mantova. Ci teneva molto, Bruno, perchè parlava di guerra dando un giusto tributo ad eroi semplici e inconsapevoli di esserlo.

Lui, che ragionava fin troppo, sapeva che la guerra spesso la combatti con te stesso, lungo tutta un vita, tra passioni, doveri, ragione, istinto.

Anche sotto i fari di un palcoscenico.

Emily Pigozzi





Calpestare l’oblio (100 poeti italiani contro la minaccia incostituzionale)

24 02 2010

Dopo una lunga attesa esce la versione completa di “Calpestare l’oblio”.

Testi di:
Francesco Accattoli, Annelisa Addolorato, Nadia Agustoni, Fabiano Alborghetti, Augusto Amabili, Viola Amarelli, Antonella Anedda, Gian Maria Annovi, Danni Antonello, Luca Ariano, Roberto Bacchetta, Martino Baldi, Nanni Balestrini, Maria Carla Baroni, Vittoria Bartolucci, Alberto Bellocchio, Luca Benassi, Alberto Bertoni, Gabriella Bianchi, Marco Bini, Brunella Bruschi, Franco Buffoni, Michele Caccamo, Maria Grazia Calandrone, Carlo Carabba, Nadia Cavalera, Enrico Cerquiglini, Antonino Contiliano, Beppe Costa, Andrea Cramarossa, Walter Cremonte, Maurizio Cucchi, Gianluca D’Andrea, Roberto Dall’Olio, Gianni D’Elia, Daniele De Angelis, Francesco De Girolamo, Vera Lùcia De Oliveira, Eugenio De Signoribus, Nino De Vita, Luigi Di Ruscio, Marco Di Salvatore, Alba Donati, Stefano Donno, Fabrizio Falconi, Matteo Fantuzzi, Anna Maria Farabbi, Angelo Ferrante, Loris Ferri, Fabio Franzin, Tiziano Fratus, Andrea Garbin, Davide Gariti, Massimo Gezzi, Maria Elisa Giocondo, Marco Giovenale, Mariangela Guatteri, Raimondo Iemma, Andrea Inglese, Giulia Laurenzi, Maria Lenti, Bianca Madeccia, Maria Grazia Maiorino, Francesca Mannocchi, Giulio Marzaioli, Emiliano Michelini, Guido Monti, Silvia Monti, Davide Morelli, Renata Morresi, Giovanni Nadiani, Davide Nota, Opiemme (laboratorio), Fabio Orecchini, Claudio Orlandi, Natalia Paci, Adriano Padua, Susanna Parigi, Fabio Giovanni Pasquarella, Giovanni Peli, Enrico Piergallini, Antonio Porta, Alessandro Raveggi, Rossella Renzi, Roberto Roversi, Lina Salvi, Stefano Sanchini, Flavio Santi, Lucilio Santoni, Giuliano Scabia, Francesco Scarabicchi, Alessandro Seri, Marco Simonelli, Enrico Maria Simoniello, Giancarlo Sissa, Luigi Socci, Alfredo Sorani, Pietro Spataro, Roberta Tarquini, Rossella Tempesta, Enrico Testa, Fabio Teti, Emiliano Tolve, Adam Vaccaro, Antonella Ventura, Lello Voce, Matteo Zattoni.
Potete scaricarla sul sito de “LA GRU”.
qui sotto vi anticipo l’introduzione di Luigi-Alberto Sanchi:

Un Piccolo Miracolo Laico

La poesia è la vita. Nel senso che la poesia – quella dei migliori poeti, dei più sensibili, dei più coscienti, dei più musicali – permette di cogliere e di trasmettere un universo umano nella sua ricchezza, molto meglio della lineare prosa. Da Dante in avanti, la poesia in Italia, dapprima espressione geografica, poi Stato unitario nel suo farsi e, ora, in pericolo di federalismo, non ha cessato di accompagnare, plasmare e riflettere il movimento politico del Paese.
Cos’hanno da dire oggi, i poeti, nella e sull’Italia di Berlusconi? Se il canto è “forza di memoria e sentimento” (secondo una meravigliosa formula di Gianni D’Elia), allora il poeta si volge al ricordo, al contempo individuale, civile e storico, e lo rende nella sua complessità, ricercando la formula che condensi la personale, universale verità di un luogo e di un’epoca.
Non, quindi, un ricordo del tempo che fu: bensì quello della fase più degna e decisiva della nostra storia, la lotta contro il fascismo, contro l’occupante nazista, per un regime popolare, libero e pacifico.
Solo la poesia può dire l’intero dell’esperienza, la vita appunto. Vita che le attuali vicende politiche ci vanno lentamente sottraendo, mortificando, vietando.
Queste essenziali e un po’ astratte riflessioni servono ad introdurre un piccolo e concreto miracolo: le pagine che seguono. Solo a scorrere i nomi e i percorsi degli autori qui riuniti si capisce il carattere eccezionale di questa raccolta: vi convivono poeti illustri e oscuri, giovani e “grandi vecchi”, isolati e integrati; inoltre l’impulso, l’organizzazione sono dovuti ad un giovanissimo quasi sconosciuto, animato dalla calda grinta della disperazione, come Davide Nota, simbolo ai miei occhi delle mille energie nuove che esprime l’Italia umanistica e che l’Italia ufficiale conculca e umilia. Che questa strana operazione vada in porto, dunque, è un miracolo nell’Italia dei favoritismi e dell’esclusione, dei piccoli ghetti baronali, del “ciascuno per sé” e della rissa tutti contro tutti, anche e soprattutto a sinistra, anche e soprattutto nel milieu letterario. Purtroppo! Questo piccolo segno di speranza è però anche una prova della disperazione in cui versiamo tutti, posti come siamo di fronte all’avanzare, che pare inesorabile, dei liquidatori della Repubblica così com’è uscita dalla Resistenza, dopo la proposta berlusconiana di trasformare la festa della Liberazione in “Festa della libertà”.
Un punto va a mio avviso sottolineato, a questo proposito: è intorno a un compromesso squisitamente di destra, lanciando potenti messaggi mediatici che osteggiano e irridono la tradizione repubblicana dell’“arco costituzionale”, del 25 aprile, dell’antifascismo, che Berlusconi e i suoi alleati stanno riuscendo ad unificare il Paese – certo, campanilistico per le ragioni storiche che sappiamo, ma anche diviso in due sul piano politico e sociale, tra la parte fascista e reazionaria e la parte progressista, comunista per lungo tempo. Dopo il terrorismo e il delitto Moro, dopo decenni di lotte tragiche ma anche vitali, l’Italia sembra chiedere di nuovo unità, a modo suo, cioè nel rispetto dell’eredità storica e dei potentati locali, anche a prezzo dell’oblio, del sonno televisivo o dell’inabissarsi nella consolazione superstiziosa e clericale.
Essendo il Centro-Sinistra, a causa delle sue debolezze ideologiche e delle divisioni al suo interno, incapace di riconciliare la società italiana, è la Destra che sta realizzando la nuova sintesi, ovviamente a tutto danno della Costituzione “sovietica” concepita nel Dopoguerra.
A partire dalla repressione di Genova nel 2001, si parla dunque di “ritorno al fascismo”. Non è possibile affrontare qui in modo completo la questione della definizione di “fascista”, quella della continuità storica del fascismo in Italia, delle trasformazioni introdotte dal piano piduista-americano, del concetto di “nuovo fascismo” così ben identificato da due poeti, Pasolini e Roversi, negli anni cruciali delle stragi. I poeti su tutto questo riflettono, certo, ma innanzitutto cercano di rendere il vissuto, in dialogo con la realtà. La loro resistenza umanistica c’invita a pensare.La loro arma politica è il vivere e il pensare poeticamente, a partire da una sofferenza e non dall’oblio. Leggiamoli, ascoltiamoli.
[Novembre 2009]





BEPPE COSTA al Caffè Modì

3 02 2010

Per gli appassionati ed i curiosi, un imperdibile evento, quello con Beppe Costa, al Caffè Modì di Mantova. L’autore siciliano, residente da tempo a Roma, non veniva al nord da anni, e lo fa ora per una breve tourné che toccherà, oltre a Mantova, le province di Verona, Brescia, Milano e Parma. Sarà a Mantova domenica 7 dicembre alle ore 19:00. Dopo una lunga carriera che lo ha portato a pubblicare libri di poesia, romanzi, a vincere il premio Alfonso Gatto, pubblicare numerosi autori con la sua Pellicanolibri, collaborare con tantissimi nomi noti della letteratura, passando per Arrabal e Jodorowsky, arrivando ad Adele Cambria, Alberto Moravia, Dario Bellezza, a tanti altri ancora, e dopo le battaglie per la Legge Bacchelli, Beppe Costa presenta ora il suo ultimo spettacolo di poesia, un doppio spettacolo “Anche ora che la luna” di cui è già uscito un CD realizzato col pianista Giovanni Renzo e che è in procinto di diventare un libro, e “Di me, di altri ancora”.

Siete tutti invitati a farci visita.





Bibiena: il reading del 20 dicembre

18 01 2010

Qui:

http://www.youtube.com/confraternitadelluva





Vi aspettiamo!

8 12 2009

I buoni motivi per essere presenti a questa serata sono tanti: la fantastica musica di Paolo Sereno & C., i nostri racconti letti da bravi attori, ma soprattutto il sostegno benefico alla Onlus “…Con vista sul mondo”.

Per cui… vi aspettiamo!!!





La Mattanza in scena, contro la violenza sulle donne

27 11 2009

Gemma Messori

L’allestimento scenico è semplice. Antonella si presenta al pubblico, legge la sua parte, si accascia come un fiore disidratato, per terra. Come una donna che subisce violenza. Poi raggiunge il paravento e cede la parola a Gemma. Lo stupro mitologico fatto ai danni di Filomena da Tereo, trasformato poi in upupa, Quello raccontato da Franca Rame e vissuto sulla propria pelle. Quello narrato da Antonella, alternandosi a Gemma, l’acqua con cui si cerca di pulire la macchia…
La piccola Angie de Il rifugio del capitano Achab, che fa esplodere se stessa insieme al segreto che racchiude, l’orrore celato dalla porta chiusa della sua camera.
La chitarra di Fabrizio, con racconta storie, cantando.
E’ il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Fenomeno che, secondo i recenti dati Istat si esprime in numeri agghiaccianti: 7milioni di donne in Italia, di età compresa tra i 16 e i 70 anni ne hanno subita una. E nella violenza contro le donne se ne esprime una seconda: quella dell’omertà, della vergogna indotta, un senso di colpa ancestrale che deriva da una cultura ancora troppo impregnata di maschilismo.
Ma la vera vergogna, e la trasposizione teatrale lo comprova, non proviene tanto dall’atto brutale, quanto dalla posizione della vittima, spesso ricattata o oppressa da un senso di colpa innestato dall’aguzzino.
Un bavaglio che ti soffoca e che ti accompagna nella quotidianità. Soltanto togliendo questo bavaglio, qualcosa è possibile. La colomba bianca di Gemma che si eleva…
Perché chi subisce violenza, anche se si sente sporcata dentro, in realtà non ha niente da recriminare, ed è come quel dolce volatile che guarda al cielo, verso cui vuole volare, come donna libera.
”La mattanza” ha regalato emozioni, in un’atmosfera tesa ed emozionata. La sala era gremita e gli applausi sono stati calorosi e sentiti.
E’ andata in scena a Villa Giardino di Cavezzo, provincia di Modena. Il progetto è stato curato da Antonella Iaschi e Gemma Messori, realizzato con la collaborazione della locale libreria, Il papavero giallo ,di Noidonne.org e dell’Amministrazione. E’ patrocinato dalle Consigliere di Pari Opportunità della Provincia di Modena.





NOTIZIa: La “Casa della Poesia” di Baronissi sull’orlo del collasso chiede aiuto. Rispondete all’appello, diamo tutti una mano

12 11 2009

Cari amici, vi lascio qui sotto una lettera dei fondatori delle “Casa della poesia”, un luogo unico e di grande valore per la poesia e per la cultura in generale. Sarebbe un vero peccato, per l’Italia, e per il mondo perderlo.

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“Cari amici di Casa della Poesia,

le notizie che dobbiamo darvi continuano a non essere piacevoli. Pur svolgendo in questi mesi un’intensa attività in tante città italiane e all’estero, pur avendo raccolto grandi successi ed entusiasmi per le ultime cose organizzate (Napolipoesia nel Parco, Incontri internazionali di poesia di Sarajevo, Verso Sud a Reggio Calabria, gli Incontri dedicati al Centenario di Alfonso Gatto, gli incontri in “Letture senza confini”, i tour italiani di Jack Hirschman, di Paul Polansky, di Maram al-Masri, ecc. ecc.) la situazione della struttura fisica di Casa della poesia rimane problematica e ancora a rischio di chiusura o trasferimento.

Come sapete ormai da tempo a questa crescita continua del progetto e della considerazione internazionale di cui gode, agli impegni sul territorio nazionale e all’estero, corrispondono problemi di natura finanziaria e di relazioni con gli enti pubblici locali che mettono in grave difficoltà la struttura proprio nel nostro territorio. Dobbiamo quindi segnalarvi di nuovo e con forza il pericolo imminente. È davvero a rischio la stessa esistenza di Casa della poesia!

Ricordiamo che il 2008 è stato l’anno dell’apertura della “Casa dei Poeti”, la struttura residenziale di Casa della poesia che rende la nostra organizzazione unica probabilmente non solo a livello nazionale, ma forse a livello internazionale. E ricordiamo anche che il prossimo anno, 2010, Casa della poesia realizza il quindicesimo anno di attività, un traguardo importante, straordinario per una struttura indipendente.

Torniamo a dare i numeri di quella che ci ostiniamo a considerare una straordinaria impresa: quattordici anni di intensa attività, circa 40 grandi eventi realizzati in varie città (Napoli, Salerno, Baronissi, Reggio Calabria, Pistoia, Trieste, Sarajevo, Potenza, Benevento, ecc. ecc.), incontri, progetti, seminari, in tante città italiane e all’estero, collaborazioni con Ministeri ed enti culturali di tanti paesi europei ed extraeuropei, circa 400 passaggi di poeti di ogni parte del mondo, una bella biblioteca internazionale, una mediateca, un archivio audio (“Le voci della poesia”) tra i più ampi e vasti del mondo, laboratori di produzione audio e video.

E come già detto l’apertura di una casa-alloggio per poeti che fa di Casa della poesia, nell’insieme delle sue attività, una struttura forse unica al mondo per complessità, approcci, aree di intervento e sviluppo. **Casa della poesia è un’impresa culturale riconosciuta e riconoscibile a livello internazionale, apprezzata e presa ad esempio, con relazioni internazionali di livello altissimo (Università, Ministeri, Ambasciate, Istituti di cultura, Associazioni, Enti pubblici, Case della poesia, ecc.).
Facciamo appello ad amministratori, uomini politici, imprenditori, disponibili a “leggere” i risultati e la qualità dei progetti di Casa della poesia e ad impedire un ulteriore impoverimento culturale del nostro territorio. **Intanto noi proviamo a proseguire le nostre attività (ma non sappiamo ancora per quanto), insieme a coloro che in questi anni sono stati protagonisti (i poeti) e testimoni (gli amici di CdP) del nostro lavoro, con la speranza di non dover rinunciare e trasferire tutto il patrimonio di lavoro, relazioni, contatti, materiali, conoscenze e competenze, in altri ambiti e territori.

Chiediamo a tutti gli amici, i giornalisti, gli uomini di buona volontà, di essere parte attiva in questa operazione di r/esistenza per tenere in vita una struttura che per 14 anni ha dato spazio e voce ad una cultura dell’impegno, della partecipazione, della solidarietà, dell’incontro. Siamo certi di poter contare sul vostro aiuto (articoli, interviste, segnalazioni, ecc.) e di ricambiare continuando a proporre progetti e la grande poesia internazionale.

Aspettiamo un vostro cenno e intanto, un caro saluto, Raffaella Marzano & Sergio Iagulli Info: 089/951621 – 089/953869 – 347/6275911″.





Alda

2 11 2009

Copia di Alda Merini 2Alda amava i gioielli. Non quelli di valore, costosi e preziosi, che spesso sono ambiti dalle donne. Lei amava quelli molto colorati, vivaci, magari di plastica, che l’adornavano come una sorta di regina pagana, regina di quella simbolica Terra santa fatta di disperati e perduti  della quale tante volte aveva cantato e alla quale sentiva di appartenere. E amava il rossetto rosso, inno d’una femminilità forse più volte maledetta, ma irrimediabilmente viva e carnale. Davvero una vita incredibile, la sua.

Le più belle poesie
si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le menti aguzzate dal mistero.
Le più belle si scrivono
davanti a un altare vuoto,
accerchiati da argenti
della divina follia.
Così, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all’umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d’oro
e l’albero della conoscenza
Dio non è mai disceso né ti ha mai maledetto.
Ma tu sì, maledici
ora per ora il tuo canto
perché sei sceso nel limbo,
dove aspiri l’assenzio
di una sopravvivenza negata.

(da “La Terra Santa” 1983)

Era strano saperlo e poi trovarsela davanti, con quegli occhi sognanti e quell’eloquio in apparenza vaneggiante, quasi poesie strappate dalle sue pagine sanguinanti, eppure assolutamente ragionevole, padrona d’una chiarezza strana che regalava ad ogni frase aforismi e perle di saggezza.

L’abbiamo vista tutti insieme, noi della Confraternita.

Nemmeno ci conoscevamo tutti, ma eravamo accorsi a quella splendida serata suzzarese voluta nella sede del Premio Suzzara dal filantropo Walter Delcomune, ormai qualche anno fa.

Quella sera, il verbo poetico di Alda fu accompagnato dalle note di Giovanni Nuti, straordinario artista che ha musicato le sue opere. Alda, quando andai timorosamente a presentarmi, mi disse che Nuti le ricordava suo marito, lo stesso che l’aveva così spesso tradita, lo stesso per cui provò il folle amore che la condusse più volte nel reparto psichiatrico dell’ospedale San Paolo di Milano.

Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare.

(Da “Clinica dell’abbandono”)

Un uomo presente nel suo cuore, un uomo che dopo decenni ancora ispirava le sue liriche appassionate. Era affamata d’amore, Alda: questo, forse, è stato il suo peccato. Lo stesso che ha seminato e coltivato il suo genio forse involontario, ma proprio per questo in grado di commuovere ed incantare.

L’arte non vale nulla, diceva lei. Cos’è, in confronto all’amore, ai soldi, ad un figlio?

IO sono folle, folle, folle d’amore per te .
io gemo di tenerezza perchè sono folle, folle, folle
perchè ti ho perduto .
Stamane il mattino era così caldo
che a me dettava quasi confusione
ma io era malata di tormento,ero malata di tua perdizione.

Come sempre avevi ragione, cara Alda. Ma noi siamo comunque felici di poterti leggere. Ora e ancora. Ciao……

La pistola

che ho puntato alla tempia

si chiama poesia.

(da Aforismi e Magie)

Emily Pigozzi

(Poesie di Alda Merini – in foto: Alda a Suzzara)